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Memorie storiche di Favara di Carmelo Antinoro PRIME SCUOLE |
Prime scuole a Favara
preside sac. Giovanni Lentini
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Le scuole elementari di Favara ebbero inizio nell'anno scolastico 1861-1862 e furono aperte la I e II classe maschile diurna più una scuola serale. Prima di quella data, soltanto una percentuale minima di alunni frequentava la scuola privata a pagamento, con insegnanti non diplomati e, spesso improvvisati. Nell'anno 1863-1864 cominciò a funzionare la I classe femminile, la III e la IV classe maschile, affidata quest'ultima al sac. Angelo Giudice. Nell'anno scolastico successivo (1864-1865) fu istituita una II classe femminile ed un'altra scuola serale. Nel 1866-1867 si istituì la V classe maschile, abbinata alla IV classe, già funzionante ed affidata al detto don Angelo Giudice. Nell'anno 1870-1871 cominciò a funzionare una III classe femminile. Riassumendo, nel 1871 esistevano a Favara dieci classi elementari, cioè 5 classi maschili, tre femminili e due scuole serali. Nel 1872-1873 la III e la IV classe femminili, furono affidate alla maestra Agatina Speciale. Del 15 agosto 1873 si ricorda un saggio pubblico (vedi scheda di seguito) effettuato nella chiesa del Crocifisso (attaccata alla preesistente madrice, sul luogo dove oggi si trova la cappella del Crocifisso della nuova chiesa madre). Nel 1874-1875, dietro rinunzia di don Angelo Giudice, le classi IV e V furono assegnate al maestro Giuseppe Darò, di origine piemontese. Bella figura di educatore, il maestro Darò successivamente fu nominato direttore e insegnante di V classe. Il reverendo Angelo Giudice, che pubblicò libri di testo per le scuole primarie, aveva un trasporto particolare per l'insegnamento. Infatti, ritiratosi dall'insegnamento elementare continuò ad impartire lezioni private gratuite a giovanetti per prepararli agli esami di ammissione alla IV ginnasiale del seminario o degli ordini religiosi. Fu sdoppiata in ordine di tempo qualche prima classe, e soltanto nel 1876-1877 fu istituita la V classe femminile, che abbinata alla IV, fu assegnata alla maestra Costanza Amodei. Quando nel 1880-1881 la maestra Amodei rinunziò all'insegnamento della IV e V furono assegnate alla maestra Carmela Lentini, moglie di Giovan Battista Ambrosini, la quale fu poi nominata direttrice e vice ispettrice per la vivacità dell'intelligenza e per la passione educativa di cui era animata. Nel periodo 1881-1889 le scuole comunali funzionarono presso il collegio di Maria e nel 1889 si trasferirono in via Bersagliere Urso. Le scuole elementari gradatamente si sono sviluppate e trasformate nella struttura e nell'ordinamento. Il 10 febbraio 1935 nel carcere mandamentale favarese fu inaugurata una scuola per detenuti. Il 1 ottobre 1963 la direzione delle scuole elementari venne sdoppiata in due circoli didattici. Nel 1943, nel palazzo Giudice di via Pirandello, ebbe inizio la scuola media, come sezione staccata della "Giovanni Pascoli" di Agrigento. Ciò avvenne per iniziativa del preside sac. Giovanni Lentini (v. foto), allora membro, come delegato dal vescovo, della commissione provinciale scolastica di Agrigento. Nel 1953 la scuola media divenne autonoma e venne titolata al benemerito barone Antonio Mendola, di cui, un bassorilievo in bronzo venne posto all'interno della scuola dal pronipote ambasciatore Gioacchino Scaduto Mendola. In piazza capitano Vaccaro funzionava una scuola di avviamento industriale che, per effetto del nuovo ordinamento scolastico, si è trasformato in una seconda scuola media. Nello stesso locale, a piano terra, ebbe sede un asilo comunale. Nell'anno 1964-1965 venne istituita una sezione staccata dell'istituto magistrale "R. Politi" di Agrigento. Fu la preside di quel tempo, la favarese Margherita Cottalorda a sollecitare l'attivazione delle procedure per l'apertura di una sezione staccata a Favara. L'autorizzazione arrivò nel mese di Dicembre 1964, con decorrenza 1 ottobre dello stesso anno. La sezione staccata iniziò la prima attività didattica nei locali dei pp. vocazionisti. Motivi economici e richieste di nuovi spazi spinsero l'Amministrazione Comunale a cercare nuovi locali che vennero individuati in un palazzo di civile abitazione in Via E. La Loggia. Aule non adeguate e carenti igienicamente, corridoi al buio, mancanza di palestra hanno accompagnato lo studio a più di una generazione d'alunni. Nell'anno 1967/1968 il Magistrale di Favara divenne autonomo.
Parte del testo è stato tratto da Giovanni Lentini, Favara: dalle origini ai nostri giorni, Agrigento, Tip. E. Gallo, stampa 1965.
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IL SAGGIO PUBBLICO del 15 agosto E LE SCUOLE ELEMENTARI DI FAVARA CON GLI ANALOGHI LIBRI DI TESTO
Lettera DI ANGELO PARDO CALZARANO all’avvocato I. O. DE LUCA Dir. del Giorn. La Face
GIRGENTI UFFICIO TIPOGRAFICO DI LUIGI CARINI 1873
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Ippolito carissimo,
Non havvi festa più solenne pei soldati della libertà e per gli amici del progresso di quella in cui la gioventù studiosa dà pubbliche prove nella palestra educativa. E perché? Perché nella istruzione dei giovani veggono essi il miglioramuento della società avvenire, la pietra angolare delle future istituzioni civili, il progresso della libertà. Lo che appartengo a questa Falange (e me ne dò il vanto) sono tuttavia commosso per aver assistito il 15 agosto al pubblico saggio in questa Chiesa del Crocifisso dato dalle scuole elementari. E sento il debito di parlartene mediante una breve descrizione perché tu possa conoscere e far conoscere, pubblicando nella Face la presente lettera, che qui non si dorme e lavorasi incessantemente per preparare l’avvenire sociale. Ti pazienti ascoltarmi ? E come no?! Con emozione anzi si ascoltino siffatte cose da chi milita nel campo della libertà e del progresso - Eccomi Erano le 9 a. m. quando si apriva il saggio pubblico. La Chiesa era gremita di gente. Le autorità municipali, la commissione scolastica, le più colte e cospicue persone del paese erano presenti. I ragazzi e le ragazze alternativamente esordiscono declamando poesie patriottiche e liberali con gli applausi di tutti gli astanti, massime perché essi vedevansi scendere sull’arena intrepidi e senza ombra alcuna di timore. Si prosegue, quindi, esponendo cognizioni e materie, che nei tempi andati, quando l’istruzione era privilegio di pochi ed inceppata dal servaggio politico e religioso, costituivano l’uomo se non dotto, istruito. Aritmetica, geometria, risoluzione di problemi relativi proposti dagli astanti, storia naturale, geografia, dimostrazione sulle carte ovunque fossero gli addiscenti domandati dentro le cerchia del programma, grammatica italiana, analisi logica e grammaticale di preposizioni e periodi, nozioni elementari al ben comporre, ecco in che consistevano gli esperimenti. Frattanto, durante questi, la declamazione, non era cessata. Nell’intervallo di ciascuna materia venivano declamate altre poesie per tenere desta l’attenzione del pubblico mediante l’accento poetico. Terminati gli esperimenti e la declamazione, aveva luogo la premiazione in medaglie di argento indorato ed in libri d’educazione, distribuiti ai giovinetti dalle autorità municipali ed alle giovinette dall’egregia signora Carolina Fanara. Finalmente chiudevasi la festa educativa con un inno cantato da parecchi giovinetti delle stesse scuole accompagnati dalla banda musicale del Comune; la quale, sciogliendosi poscia la riunione, portavasi ad accompagnare i premiati in medaglie sino alle loro case unitamente ad una folla, che faceva loro le più grandi ovazioni. Or v’ha festa più solenne per noi di questa? Verrà giorno in cui non altra festa avremo per tutti che i saggi pubblici, come non altro tempio che la scuola, non altri sacerdoti che i maestri, non altro cerimoniale che la scienza, non altro Vangelo che l’educazione morale. Per affrettare quel giorno avventuroso all’umanità, fa mestieri diffondere l’istruzione e sollevarla alla sua vera meta. Questa é ormai la missione dei municipii italiani e dei proseliti del progrèsso. Ma non basta distribuire il pane della istruzione comunque sia per vedere sfavillare i raggi del sole dell’avvenire. Perfezionarlo sempre, adoperarlo ai bisogni odierni, ecco quale dev’essere altresì la mira della scuola italiana, dove risiede veramente il futuro sociale. Ma se ciò é conosciuto dagli amici del progresso, non lo è dalla maggior parte dei municipii, i quali mantengono tuttavia l’insegnamento elementare dentro i limiti della pedanteria, col metodo e coll’educazione venuti dal Piemonte, che sono un grande intoppo all’abbattimento dell’oppressione dell’intelligenza ed all’emancipazione assoluta della coscienza. Fra quelli che battono il sentiero del progresso, relativamente all’istruzione, è Favara, ed è dovere di coscienza non tacerlo. Il municipio ha da lunga pezza sottoposta l’istruzione alla vigilauza e alla direzione di persone liberali, le quali hanno compreso questa verità inconcussa. Che il metodo non deve essere stazionario e deve perfezionarsi sempre. Che l’educazione deve essere morale conformemente alla coscienza dei tempi, al progresso delle idee o della libertà. Quindi, dietro le molte elucubrazioni ed esperimenti, vedeva impiantare l’anno scorso nelle scuole un nuovo sistema con nuovi libri di testo, di cui sento il dovere altresì accennare qui sommariamente, per quanto comporta l’angusto campo di una lettera. Ma permettimi, mio buono Ippolito, che io, innanzi di entrare a parlare di siffatto sistema d’insegnamento, ne dichiari lo scopo, che rilevasi non solo dalla sua sintesi , ma altresì dalla dichiarazione stessa del prof. Angelo Giudice nel manifesto dei libri di testo dell’anno scorso per servirmi come punto di appoggio. D’altronde l’insegnamento, essendo un mezzo, acquista la sua bontà ed importanza, qualora risponda regolarmente al fine che si propone. Il fine che il nuovo sistema si prefigge é doppio generale l’uno, particolare l’altro. Il primo mira a fare gl’Italiani migliorandoli, di guisa che, costituita l’unità materiale della patria, possano eglino conquistare l’unità moraIe, - ormai proclamata dal pensiero della democrazia. Il secondo mira alla prosperità agricola e mineraria della Sicilia per satisfare alle nostre esigenze ed ai nostri peculiari bisogni. Or come esso s’incammina a conseguire l’uno? come l’altro? Seguimi nelle relative risposte, di cui ti parlerò ad una ad una e certo ne ammirerai la sua bella architettura. S’incammina primamente a conseguire lo scopo generale aprendo due vie l’una che guarda a nutrite i discenti di una istruzione soda e non superficiale, come quella in uso; l’altra che armonizza l’istruzione con un’educazione rispondente al fine. Ma, mi dirai: come tal sistema costruisce la prima, su quali basi edifica la seconda? Eccomi Costruisce egli la prima riducendo il metodo al più possibile agevole e rendendolo alla portata di dare ai ragazzi il preciso concetto delle cose e di scolpirle fermamente nella loro mente. Ed in vero riduce il metodo al più possibile agevole mediante adoperare una maniera facile e breve per apprendere la lettura, una forma negli esercizi di esso più semplice, di quella in uso e meno complessa, che fa apprendere rapidamente la più intrigata sillabazione senza punto stancare la mente dei fanciulli – mediante adoperare raccontini dilettevoli, invece delle massime staccate, delle sentenze a sbalzo, delle idee spezzate, dei concetti a vapore, come nel sistema in uso – mediante adoperare poi in tutto il corso un linguaggio lindo ed esato – mediante evitare inoltre le teoriche e l’astratto giovandosi di esercizi pratici, di esempi dilettevoli, di osservazioni sensibili – mediante schivare in fine l’oscuro ed il confuso, adottando sempre la guida analitica con maestria lodevole ed una forma dialogica, finora non usata; per la quale la domanda completa il pensiero della risposta, mentre in altri le domande sono troppo generali e concise da non fare di slancio intravedere ai ragazzi le relative risposte. Rende quindi il metodo alla portata di dare il preciso concetto delle cose e di bene scolpirle nelle tenere menti stabilendo l’unità e l’armonia delle materie da impartirsi in tutte e quattro le classi, incominciando dalla sezione superiore della prima classe. Ma come? in tale classe (mediante gli esercizii di lettura) vi si trova il disegno di tutto il corso, le basi di tutto l’edifizio avvenire, il seme ed i principii, da cui dovrà risultarne il multiforme, l’opera completa mediante gli altri volumi. Talmenteché la prima classe la fa di primo anello di una gran catena, la fa di addentellato a più salde dottrine, di cui ogni anno si andrà sollevando un lembo, finchè alla quarta classe elementare potranno rannodarsi come in un fascio e sarà tutto scoverto l’ampio orizzonte. Così vedi che ogni classe forma un passo avanzato nell’aspro cammino, batte un terreno più sodo, si spazia entro una forma più vivace dell’anteriore ed acquista idee più vigorose in proporzione dello sviluppo delle forze intellettive dei giovanetti. Or vuoi che, con cotale graduato svolgimento delle cognizioni, con simile continuata ripetizione delle stesse in tutte le classi, non debbano i ragazzi acquistare il preciso concetto delle cose non scolpirle tenacemente nella loro mente ? Senza l’unità e l’armonia è indarno sperare questo mirabile effetto, e quindi il metodo in disamina è della più grande importanza. Col sistema in uso, che ne difetta debbono essi necessariamente (e l’esperienza ce lo constata) uscire dalle scuole elementari con una istruzione pur troppo superficiale, e per conseguenza poco sufficiente a nutrirli come la bisogna richiede. Edifica egli poi la seconda sulle basi della morale e della storia nazionale e non su quelle del catechismo e della storia sacra, come l’educazione che generalmente s’impartisce nell’altre scuole elementari d’italia... Il Catechismo e la Storia Sacra, egli è da osservarsi, fanno spaziare il fanciullo nel sovrannaturalismo, nel domma e nella lettera morta, e sono quindi di potente ostacolo allo sviluppo della ragione e della libertà di coscienza - basi dell’amore fraterno e dell’unità morale del genere umano: - sono e sono stati argine alla emancipazione del pensiero ed alla libertà in tutti e di tutto, su cui poggiasi l’avvenire d’italia. Per converso la morale e la storia nazionale battono il vero e giusto sentiero, che conduce direttamente al conseguimento del fine, imperocché la prima insegna a vivere conformemente alla legge di vita, alla legge del dovere, che impone di adorare Dio su tutti gli altari, che educa ed addita il sentiero per divenire gli uomini forti, gagliardi, laboriosi, onesti, temperati, previdenti, saggi, buoni figli di famiglia, caldi patriotti; la seconda col racconto delle passate nostre grandezze, delle colpe fatali e delle lunghe espiazioni insegna le norme più sicure del nostro avvenire. Se l’una perciò ci dà le regole pel nostro miglioramento personale e sociale, l’altra ce ne offre gli esempii. Ed infatti la storia dell’antica Roma ci dà l’esempio più memorando delle virtù cittadine, della potenza del senno, dell’influenza dei buoni costumi sulla morale sociale, della caduta d’una grande nazione per causa della mollezza e del vizio - La storia del medio evo, quando l’italia mandava l’alito potente della seconda sua vita, ci presenta l’esempio colla libertà dei Comuni essa fecondò il germe di una nuova civiltà, divenne potente nelle scienze nelle arti, nell’industria, nel commercio, nella marina, e fecesi scuola delle nazioni - e che le guerre fraterne aprirono il varco al dominio straniero coadiuvato pure da papi scellerati e perduti in delitti nefandi - La storia moderna infine ci offre che l’Italia nel lunghissimo strazio produce nomini, che non temerono l’esiglio, la prigione, il patibolo per tentare virilmente il suo riscatto, ed altri che lo compirono col senno e col braccio mirabilmente, lavorando senza tregua di sorta, soffrendo, affrontando la loro vita nei campi di battaglia. Or, da qual fonte migliore di questa, il nuovo sistema poteva attingere gli esempi pratici, affinché le teorie e le dottrine morali non riuscissero lettera morta e fiato perduto? Ma la morale e la storia nazionale; (quello che é più) non sono esclusivamente nelle classi superiori. L’una comincia fin dalla sezione inferiore della prima classe, l’altra dalla Sezione superiore della medesima. Ed in vero; nei raccontini destinati alla sezione inferiore per imprimere le graduate combinazioni sillabiche; nel tenero intelletto dei fanciulli vi si trovano i sani principi di morale e virilità; nel primo libro di lettura poi destinato alla sezione superiore vi si trovano i primi raccontini di storia nazionale e lo studio formale della morale, mediante i detti dell’uomo che vengono continuati in tutte le altre classi giusta il disegno del metodo; di guisaché alla quarta viene a compirsi un corso completo di morale elementare ed un Sommario della storia d’Italia. Ed oltre a ciò, egli è tuttavia da notarsi, che i primi esempii di morale e di virtù cittadina li rinveniamo sparsi negli esempii della grammatica e di altre materie di tutto il corso, i quali concorrono eziandio a dar conoscenza dell’indirizzo civi1e di questo insegnamento elementare. S’incammina il sistema di queste scuole in secondo luogo, conseguire lo scopo peculiare istruendo i ragazzi fin dalla prima classe alle nozioni d’industria agraria e mineraria, che va svolgendo con maggior cura in tutte le classi secondo il disegno generale del metodo. Di maniera che essi vengono licenziati dalla quarta sapendo le regole come coltivare la terra per germinare vegeta e rigogliosa, per non impedirne lo sviluppo spuntate le biade e tutte quelle abbisognevoli sino al raccolto; come coltivare gli alberi per ottenerne molti e buoni frutti, coltivare la vigna e farne un buon vino, Come conoscere in fine la natura dello zolzo e dei più comuni terreni, che ad esso sovrastano; il modo come rinvenirlo, estirparlo, farne la combustione e renderlo atto alla vendita. Con siffatta conoscenza vuoi, mio vecchio amico, che l’agricoltura non prosperi? Vuoi che la ricchezza delle zolfare non aumenti di gran lunga? Ella è cosa certa, imperocché i giovani saranno spinti dalla conoscenza delle leggi delle cose a dedicarsi a quei rami d’industria, aprendo essa loro una facile via nelle operazioni assicurandoli di un certo guadagno. Così anco l’industria agraria e mineraria si rende accessibile a tutti, e quindi la campagna frutterà maggiormente, perocché, coltivando ognuno un regolare spazio di terreno, metterà sommo impegno a ricavare da esso la maggior produzione possibile, come, non rimanendo terreno esplorato, si avrà una produzione di zolfi che giammai abbiamo vista. In oggi, che predomina l’ignorauza di simili leggi, colui che ha un piccolo capitale teme avventurarlo ad intraprendere l’affitto di un terreno sia per coltivarlo, sia per aprirvi una miniera. E perciò l’industria agraria e mineraria, trovandosi generalmente in balia dei soli proprietari e potenti capitalisti, non può essere in quella prosperità, di cui è suscettibile nella nostra Isola, non mettendo l’impegno all’uopo chiesto chi deve coltivare grandi e varie possessioni, né esplorando continuamente chi ha parecchie miniere e gavazza nelle ricchezze. La Sicilia adunqne, privilegiata nella fertilità della sua campagna - tempio della Dea Cerere - se vuole un vero progresso economico deve seguire il sistema d’insegnamento di queste scuole elementari. Or, con ambi gli esposti e luminosi cammini, come questo sistema d’insegnamento non arrivare ai fini propostisi? I vantaggi che l’agevolezza del metodo, l’armonia tra l’istruzione con siffatta educazione e l’insegnamento delle nozioni agrarie e minerarie apportano seco sono non pochi. Ed oltre quelli accennati lungo l’esposizione del sistema, ve ne sono altri come conseguenze necessarie dei primi. Difatti l’agevolezza del metodo spinge i ragazzi ad accorrere ben volentieri alla scuola, fa accrescere la falange dei soldati dell’intelligenza come il secolo XIX chiede; getta inoltre salde le basi a chi voglia seguire la carriera degli studi, e rende atto chi, uscito dalle scuole elementari e non possa più oltre progredire ad aiutare la propria educazione. L’armonia tra l’istruzione con siffatta educazione, indi, fa si che la prima abbia nella seconda (destinata ad insegnare il bene sociale, a far distinguere la verità dall’errore) il più forte baluardo, il nocchiero che la salvi della possibile procella dell’egoismo, del calcolo delle false dottrine, in cui sola potrebbe cadere. L’insegnamento, infine, delle nozioni agrarie e minerarie prepara i nostri giovani ad adempiere un dovere sacro come siciliani, consistente cioè nel procurare mezzi maggiori possibili per potere bene conseguire il fine della Patria Comune, l’Italia; mentre ogni singola provincia di essa è in debito di praticare lo stesso sentiero con un lavoro economico speciale non presentando la stessa condizione industriale. Laonde credo per fermo che i gìovani veneti, lombardi, toscani, napolitani, ecc., come italiani, debbano essere nelle scuole elementari indirizzati al conseseguimento dello scopo morale, come provinciali, allo scopo economico, mezzo, alla sua volta, efficacissimo al primo, non potendosi avere libertà vera se non fondata sulle basi di un largo progresso economico. Se tutti i municipi italiani comprendessero questa verità, Ah, vedremmo tosto realizzate le nostre sante aspirazioni! Ma la serie dei libri di testo analoghi al sistema in esame non é tuttavia completa. Il prof. Angelo Giudice l’anno scorso ne pubblicava tre, oltre i cartelloni per la lettura: Il sillabario, gli esercizi di lettura a compimento del sillabario ed il primo libro di lettura. Alla fine di questo anno scolastico poi dava alla luce un altro volumetto intitolato Esercizì di memoria per la seconda classe, contenente la grammatica, l’aritmetica, la geografia e i raccontini di storia patria. Dire alcun che dei pregi peculiari, che adornano i primi, sarebbe dilungarmi indarno, essendo ben noti; d’altronde basta accennare essere stati adottati sin dall’anno scorso dalle scuole elementari di cotesta città e di essersene fatta la seconda edizione. Mi fermo un pò sul volumetto recentemente pubblicato non potendo essere ormai a cognizione di tutti. A me mi viene regalato dall’autore conoscendo la mia forte propensione all’istruzione in cui mi sono versato per più di anni cinque dettando pubbliche e private lezioni, senza stancarmi né tanto né poco malgrado battere contemporaneamente la nobile carriera del foro. La grammatica, innanzi tutto offre il pregio, che non ha qualche altra analoga di mia conoscenza; oltre la più desiderabile chiarezza, vi trovo la ragione d’ogni regola con tale maestria e brevità da rendersi accessibile alle teneri menti senza punto stancarle: vi trovo altresì la spiegazione delle definizioni col linguaggio comune in guisa che i ragazzi possono agevolmente comprenderle senza stento venuto. Essendo fine dell’autore di far tenacemente scolpire le regole grammaticali nella loro mente si propose, scrivendo, ciò che gli altri fatto non hanno. Gli altri, da quello che mi sappia, spinti dallo interesse di farsi un titolo per siffatti lavori, sono riusciti incomprensibili ai ragazzi. L’aritmetica poi è scritta col più grande impegno di non cadere nell’oscuro, che domina in quasi tutti i trattatelli relativi alla seconda classe. Brevità, chiarezza massima, ordine nell’esposizione delle regole, esempi pratici in ciascuna di essi, problemi accomodati immediatamente dopo ad ogni operazione aritmetica riguardanti i bisogni ordinari della vita, ecco in breve i requisiti che distinguono questo trattatello. La geografia e i raccontini di storia patria in fine hanno un merito del più grande encomio. La prima porta per qualità essenziale una esposizione chiarissima, un’ordine e precisione tali da imprimersi tenacemente nei teneri intelletti; di maniera chè, proseguendo eglino lo studio della geografia, si troverebbero ben disposti e preparati. La seconda, oltre la brevità e la chiarezza offre delle brevissime considerazioni non isolate ma risultanti dallo stesso racconto, che sono appunto quelle che diriggono l’indirizzo educativo, destando nei giovani cuori l’amore all’indipendenza nazionale ed alla libertà, l’odio contro il dispotismo e la schiavitù e la fede e la speranza all’avvenire della Patria. Or, per l’anzidetto, questo volumetto è degno della più grande raccomandazione, e quindi mi auguro ch’esso venga letto di buon grado dai maestri tutti delle scuole elementari di Sicilia unitamente agli altri anteriormente pubblicati per ammirarne l’importanza; e spero altresì che il sistema, di cui ti ho parlato in sommi capi, s’introduca nella terra dei Vespri. Né dicasi di dover aspettare il completamento dei libri di testo, imperocché il prof. Giudice ha in animo di pubblicarne di anno in anno tutta la serie all’uopo chiesta. Favara li 20 agosto 1873
I libri pubblicati dal prof. A. Giudice, che sono stati approvati dal Consiglio Scolastico, e che sono stati adottati come libri di testo nelle scuole elementari di Girgenti, di Favara, ecc., sono i seguenti:
1. SILLABARIO o metodo facilissimo d’apprendere la lettura – Ediz. Seconda ........ L. - 15
2. CARTELLONI per lettura, coordinati al metodo seguito nel Sillabario, in 5 fogli montati su carta imperiale doppia per il prezzo totale di L. 2.50
3. ESERCIZI DI LETTURA, NOMENCLATURA, ECC, a compimento del Sillabario per la 1 classe elementare – Edizione seconda L. – 25
4. LIBRO DI LETTURA per la 1 classe elementare, sezione superiore, con alcune nozioni sull’industria Agraria e Mineraria, con i primi rudimenti di Aritmetica, di Geografia, d’Ortografia e con un saggio preparatorio alla Storia d’Italia L. – 60
5. ESERCIZI DI MEMORIA, ossia Nozioni di GRAMMATICA, di ARITMETICA, di GEOGRAFIA e di STORIA D’ITALIA per la 2 classe elementare L. 1. -
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