"Levate a cammisella"
di Carmelo Antinoro
In occasione della fiera di ottobre 1903 un gruppo di
canzonettiste, com'era uso, in piazza Cavour, a Favara, tenne alcuni dei soliti
concerti, dove si cantavano le più o meno scollacciate canzonette.
Durante una di queste rappresentazioni, uno zolfataio,
con insistenza ha chiesto alla cantante Gemma Rossi di 23 anni da Firenze, la
tanto vecchia canzonetta "Levate a cammisella". Lei oppose un rifiuto; ma non
l'avesse mai fatto, questa semplice negazione recò offesa mortale allo zolfataio,
il quale estrasse la rivoltella e scaricò alcuni colpi all'indirizzo della Rossi
e dell'impresario Salvatore De Maria di anni 28 da Cerda. La prima rimase ferita
lievemente ad un dito di una mano, mentre il De Maria rimase gravemente ferito
al torace, con lesione al polmone. A questa scena seguì una fuga generale degli
spettatori, mentre i feriti si misero a gridare finché furono uditi da alcuni
cittadini che si trovarono in piazza, i quali prestarono i primi soccorsi.
La pubblica sicurezza individuò subito i responsabili
e procedette all'arresto di Carmelo Tinaglia di Giovanni di anni 28, di Leonardo
Fiascone di anni 30, entrambi di Favara, e Leonardo Polipo di anni 30, inteso
"Turiddu Franculinu" da Racalmuto, i primi due furono cooperatori immediati e
l'ultimo esecutore materiale del ferimento. Il Polipo, individuo di bassa
statura, con lungo ciuffo di capelli e brutto in viso, reo confesso, con
ributtante cinismo, ha ricostruito la scena nei termini di seguito descritti.
Il Polipo si trovava in compagnia dei suoi amici in
quel locale canzonettistico, quando avendo inteso diverse canzonette, richiese
"Levate a cammisella". La chanteuse oppose un rifiuto, anzi ordinò che finisse
lo spettacolo. Il Polipo allora uscì e si recò a casa ad armarsi e ritornò nel
locale nel momento che si dava principio ad un altro spettacolo. Richiese
nuovamente la desiderata canzone e tanto De Maria, quanto la Gemma persistettero
nel negarsi perché quella canzone si trovava fra quelle censurate dal delegato
di P. S. Inoltre, secondo quanto detto dal Polipo, il De Maria gli avrebbe
detto; "Falla cantari a tò soru". A questo punto estrasse l'arma e scaricò
all'indirizzo della coppia De Maria-Rossi cinque colpi, mentre gli spettatori,
oltre un centinaio, fuggirono da quel ritrovo.
Il Polipo, messosi al braccio di uno dei due amici che
lo fiancheggiavano, con la massima disinvoltura uscì dal gabinetto
canzonettistico ed incontrò suo cognato, tale Puma Giovanni di anni 12, a cui
consegnò l'arma ancora fumante, incaricandolo di portarla alla famiglia e come
nulla fosse avvenuto, si è messo a passeggiare per la piazza fino a ora tarda.
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